L'Esorcista, erroneamente, è stato sempre definito l'horror per eccellenza sia per il romanzo e sia, ovviamente, per lo storico film che ha fatto tremare le vene al mondo intero. Eppure, sia l'autore (William Peter Blatty) e il regista (William Friedkin) non hanno mai amato che si definisse "horror" questa opera, perché questo romanzo è molto di più.Ispirato ad una storia vera, il lettore viene spinto ad indagare su una terribile patologia che potrebbe trattarsi di qualcosa di molto simile ad una possessione diabolica se non proprio ad una vera e propria possessione riconoscibile dalla Chiesa Cattolica. E sta a Padre Karras, psichiatra e gesuita, indagare su una gravissimo disturbo che affligge la dodicenne Regan, che sostiene di esser posseduta da un’entità di nome Capitan Howdy, che avrebbe conosciuto tramite una tavola Ouija. E’ qui che inizia il thriller religioso, ed è lo stesso Karras a dover comprendere i segni di una patologia molto simile all’isteria e alla dissociazione di personalità scatenatasi da un senso di colpa dovuto ad una fortissima suggestione del subconscio, in questo caso dalla convinzione che una personalità (entità, spirito, alter ego o demone) abbia preso il timone dalla propria coscienza vigile, ovvero di quella parte di noi che ci fa essere “io” nel nostro quotidiano.Ma è l'anziano Padre Merrin, esperto demonologo, a riconoscere incotrovertibilmente i segnali di una reale possessione, definendo anche l’identità del demone che governa il corpo della povera Regan. Il demone è Pazuzu, che il prete ha già incontrato in Iraq. Che in questo terribile disegno infernale ci sia la volontà del maligno di sfidare Padre Merrin una volta per tutte, sfruttando la fede scricchiolante di Karras che inizia a cozzare fortemente con la sua eccellente preparazione psichiatrica e scientifica e alla sua fragilità emotiva per il lutto della madre? C’è un senso dietro a tutto questo o è solo la continua lotta tra il bene e il male che va avanti dalla notte dei tempi? E se c’è un male così sinistro, viscido e orrendo, perché l’onnipotente e misericordioso Dio dovrebbe consentire ad un’entità spirituale maligna infinitesimamente più piccola una libertà e crudeltà tale su una bambina di 12 anni, facendo dubitare un religioso della sua stessa esistenza? E’ questo l’intreccio perfetto e la trama portante di questo romanzo, di questa storia che è un po’ la storia di tutti noi, di tutto il mondo.