Circolini, latterie e bocciofile di un tempo che fu e che rischiano l’estinzione. Da sostenere, grazie a un account Instagram e una nuova generazione di clienti
Posti sinceri a Milano ne abbiamo?
La Vecchia Milano è una contraddizione in termini. Milano città Stato, Milano capitale economica d’Italia, capitale della moda, del design, dell’alta cucina è sempre voluta essere all’avanguardia. Qui è nato il movimento futurista, qui hanno costruito il primo grattacielo, scavato la prima metropolitana. Tram sferraglianti, palazzi razionalisti, padiglioni della fiera: quello che oggi vediamo nelle foto in bianco e nero e che rimpiangiamo in modo nostalgico in nome del vintage, era all’epoca la rappresentazione di una modernità ostentata. Molti di quei luoghi non esistono più.
Milano città cannibale, negli anni ha mangiato prima di tutto se stessa, e non ci si deve stupire che abbia dato in pasto la sua (diciamolo, povera) tradizione culinaria fatta di minestroni e ossi buchi in cerca di qualcosa di meglio. Che però rimpiangeremo.
Prima che sia troppo tardi, un account Instagram va a caccia dei posti sinceri, dei circolini, delle trattorie e delle bocciofile per immortalarle – e per salvarle, non solo dall’oblio. «Il progetto @PostiSinceri nasce nel 2018 con l’intenzione di mappare bar, trattorie, circolini e bocciofile di Milano attraverso una mappa e una galleria di foto sui social», spiegano i fondatori, che ci tengono a restare anonimi. «L’idea della pagina nasce con l’intento di riscoprire luoghi di aggregazione inseriti nella storia della città e nei suoi quartieri e con l’obiettivo di mostrarli in una nuova luce per incentivarne la frequentazione. Il nome del progetto inquadra una tipologia di luoghi popolari, senza fronzoli, “sinceri” perché slegati dalla logica dell’apparenza venduta come sostanza, luoghi dove accettare gli interni vissuti e la personalità caratteristiche dei gestori e degli avventori come motivazione aggiunta al piacere di frequentarli per la buona cucina: molti di questi luoghi sono infatti presidio di specialità della tradizione milanese difficilmente trovabile altrove». Nel 2022 hanno pubblicato anche un libro, e fortunatamente molti di quegli indirizzi messi nero su bianco sono ancora lì.
Cosa vuoi mangiare se vieni a Milano, avocado toast?
Le trattorie con la perlinatura alle pareti e le tovaglie a quadretti sono nella metropoli più rare di un panda, per non parlare delle latterie, soppiantate dai supermercati oramai decenni fa. Non ci sono più i giovani di una volta, ma pure i vecchi non sono più i vecchi di prima, e così anche i circolini dove si gioca a carte, a bocce e si bevono bianchini si stano estinguendo insieme alla propria clientela, senza un ricambio generazionale della nuova-terza età che preferisce Netflix e spritz al cinema e grappini. Poke, tacos bar, format e franchising hanno invaso Milano dal centro alle periferie, prendendo il posto di locali che molto spesso avevano tirato giù le serrande già da tempo. Peccato però, perché chiunque arrivi a Milano vuole mangiare una cotoletta e un risotto, almeno un a volta nella vita, e non certo un avocado toast. Risotto e cotoletta sono piatti che hanno girato il mondo, che sono sopravvissuti in locali per turisti, ma che negli ultimi anni anche i milanesi hanno ricominciato a cercare, e a mangiare. Possibilmente fatti meglio di una volta.
Cucina milanese Patrimonio dell’Umanità
Mentre la cucina italiana si candida a patrimonio UNESCO, i Beni Culturali dovrebbero proteggere queste trattorie e bar all'angolo, pezzi di storia materiale e immateriale, che diventeranno archeologia. I locali storici esistono oggi perché qualcuno ieri ha avuto la lungimiranza di farli evolvere abbastanza da farli sopravvivere, senza snaturarne l’essenza. Bisogna permettere quindi che continuino a vivere e che trovino il loro posto nel mondo di oggi. Le bocciofile chiudono o, meglio, chiuderebbero se non ci fossero nuovi gestori che le trasformano in associazioni culturali, piste da ballo o semplicemente in bar di quartiere, conservandone lo spirito e le fattezze. E così i bar sport che si sono reinventati a fare gin tonic e le trattorie che nella tradizione hanno trovato un posizionamento di mercato vincente.
Senza memoria non c’è futuro
La nostalgia è un meccanismo mentale che fa brutti scherzi. Ti porta istintivamente a ricordare solo i lati positivi e a rimuovere il resto dalla memoria per puro spirito di sopravvivenza. «Si stava meglio quando si stava peggio», dicevano gli anziani, ma in cucina non è così, e anche la tradizione milanese avrebbe bisogno di una rispolverata. Nelle trattorie storiche infatti spesso ci si mangia (oggettivamente) male, alcune gestioni soffrono il segno dei tempi, e seppur i loro muri raccontino storie da epoche lontane, dalle cucine non esce forse nulla di indimenticabile, gastronomicamente. Ecco perché la speranza è che questi posti vengano salvati, che si salvino i piatti, che si salvino le ricette, che li si porti nel futuro. Al Bar Basso, alla Trattoria San Filippo Neri, alla Trattoria Madonnina ce l’hanno fatta, ad esempio, e sono un indirizzo che qualcuno considererebbe parte della movida.
Posti sinceri a Milano
Ecco un elenco di indirizzi fra quelli della mappa, ben più ricca, di @postisinceri. «Non è facilissimo trovarli, ma non sono pochi», mi spiegano. «Diciamo che sono poco visibili perché non appariscenti, ma ma tutti i quartieri ne hanno diversi». Segnalateglieli quindi, ma soprattutto sostenete i vostri posti sinceri. Con amore, accettandoli per quello che sono, sinceri. Una virtù da preservare a Milano più della cucina.