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Harrow la nona Copertina rigida – 6 luglio 2021
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa540 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreMondadori
- Data di pubblicazione6 luglio 2021
- Dimensioni17.6 x 4.8 x 24.1 cm
- ISBN-108804735899
- ISBN-13978-8804735892
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Dettagli prodotto
- Editore : Mondadori (6 luglio 2021)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 540 pagine
- ISBN-10 : 8804735899
- ISBN-13 : 978-8804735892
- Peso articolo : 990 g
- Dimensioni : 17.6 x 4.8 x 24.1 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 22,642 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 239 in Dark fantasy
- n. 993 in Fantasy (Libri)
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Dunque, dicevo: ecco finalmente Harrow la Nona, con cui ho commesso il medesimo errore fatto durante la lettura del primo capitolo della trilogia: ho corso. Volevo leggere come andava a finire, anelavo alla fine nella speranza di vedere se determinati nodi sarebbero stati sciolti o alcuni aspetti oscuri in qualche modo illuminati, ma il deprecabile risultato della mia deprecabile corsa è stato quello di perdere passaggi importanti e - a parer mio - indizi fondamentali che l'autrice ha disseminato con dovizia (dovizia criptica, al limite del maniacale). Al che ho ripreso entrambi i volumi dall'inizio, leggendoli con una concentrazione diversa - perché libera - ed è quello che consiglio: non farsi prendere dalla frenesia, liberare la mente e predisporsi con gradualità alla lettura. Ad ogni modo, niente di quello che speravo è stato sciolto (i nodi), o illuminato (aspetti oscuri); in realtà è stata un'immersione delirante in vicende che ingarbugliano se possibile ancor di più le ipotesi che il lettore si era fatto, le teorie che si era costruito e gli interrogativi che si era posto. Non sperate di trovare risposte alle zone grigie che ci ha lasciato la lettura di Gideon la Nona perché, almeno apparentemente, la Muir non ne dà. In compenso aggiunge dettagli e particolari che il lettore dovrà tenere a mente in questa bi-dimensione in cui l'autrice ci cala con sadica maestria. Due vicende parallele e adulterate, una di esse di sicuro, ma che contengono entrambe indizi che ci condurranno a quella che spero si rivelerà nel terzo volume una risoluzione felice, e dico felice nel senso più ampio. Lo stile è ricco, sontuoso direi, e l'utilizzo della terza persona e della seconda, in base all'universo che ci viene raccontato, si rivela a un primo assaggio spiazzante ma assolutamente ben reso, teso e sostenuto. I personaggi sono delineati in maniera ottima nelle loro differenze e peculiarità e tutti avranno qualcosa da raccontare, rimpolpando ogni nostro dubbio e smantellando le illusioni di certezze che, incauti! avevamo iniziato a comporre tipo puzzle da oltre mille pezzi.
Ho letto recensioni al primo libro che lamentavano l'assenza di un world building particolareggiato. Io, personalissima opinione, l'ho trovata una scelta interessante perché sforzare un attimo l'immaginazione e costruirsi un contesto ambientale soggettivo è una "sfida" che da amante di fantasy non ho potuto non cogliere. Le espressioni sboccate del primo volume (tanto vituperate da molti recensori e per carità, i gusti sono gusti) sono per forza di cose e gioco di eventi in gran parte stemperate in Harrow la Nona, eppure - così come in Gideon, è uno stile che ho trovato delizioso, spassoso perlopiù, e che non mi ha scandalizzato, oltre al fatto che si alternava con rara maestria ad un registro più... lirico.
Concludo facendo un inchino con tanto di cappello alla traduttrice Francesca Crescentini, che ha contribuito a rendere un delirio come questo libro un delirio in ottima traduzione e non credo sia stata impresa semplice. In attesa del terzo viaggio lisergico che spero arriverà presto, mi inchino di nuovo con tanto di cappello anche a Tamsyn Muir perché, come ha detto un precedente recensore, bisogna essere pazzi o geni per concepire una trilogia del genere e anch'io sospetto lei possa essere entrambi, ma dato il risultato ben venga, ma assolutamente davvero ben venga cosi! Buon trip!
La prima, purtroppo, si è rivelata essere un ingombrante mattone poco maneggevole e trasportabile, più adatto a essere un pezzo da esposizione nella libreria che a essere letto. L'edizione è stupenda con un'attenzione alla resa grafica sia dell'interno sia della copertina (con tanto di poster nella sovraccoperta), penalizzata dall'utilizzo di materiali piuttosto scarsi: le pagine colorate (di cui non ho capito la necessità) rilasciano colore e già all'arrivo il libro presentava delle parti bianche laddove il colore si era lasciato andare; anche durante la lettura c'è il rischio che se ne stacchino dei pezzetti o che rimanga sulle mani. Questo e l'essere poco pratica penalizzano un po' il tutto.
Passando al romanzo in sè: pensavo che leggere Palahniuk potesse essere considerabile un'esperienza allucinogena...Non mi ero ancora imbattuta in Harrow.
Il seguito, se possibile, è ancora più confuso, cinfusionario, intricato (e cazzutto), del volume precedente: in Gideon, praticamente, hanno cincischiato e giocato ai piccoli detective: è qui che è racchiuso il sunto di tutta la storia, un complesso intricato e multi-sfaccettato, profondo e stratificato.
Come sempre, la narrazione ti cattura e ti trascina nella sua follia, non capisci molto di quel che sta succedendo ma non importa perché sono proprio il mistero e la confusione a spingerti a continuare a leggere per scoprire di più e per capire se le tue supposizioni siano corrette oppure no. Ed è fantastico come, immancabilmente, le tue supposizioni si rivelano essere completamente sbagliate. Ho adorato l'intricato processo che si snoda pian piano, in cui diverse storie si intrecciano e in cui tutti i misteri e i nodi vengono al pettine lentamente, svelando un impianto grandioso e assurdo che ti lascia a bocca aperta. Anche il personaggio di Harrow è approfondito e pian piano se ne scopre la storia e il carattere (somma di tante cose), così come i Littori (che cosa siano nel concreto e che cosa significhi essere un Littore). Ho amato e odiato come anche personaggi divini o quasi siano stati resi "normali", triviali e terribilmente umani e imperfetti (soprattutto umani e imperfetti), anche se a volte si è insistito molto su questo, sebbene non ce ne fosse bisogno.
Ho storto il naso anche di fronte a un paio di soluzioni narrative che mi hanno lasciata perplessa, così come certi atteggiamenti piuttosto assurdi e irreali, ma è anche vero che si tratta di "The locked tomb" in cui l'assurdità e l'ilarità prendono il sopravvento e sono il pezzo forte, con la descrizione di situazioni al limite del grottesco, del macabro e del no sense. Questo non ha inficiato la resa complessiva del romanzo: spettacolare, sorprendente ma anche profondo, oscuro e intricato; rispetto al primo affonda maggiormente nel mistero, facendo riemergere colpi di scena che lasciano senza fiato, svelando un mondo che è complesso, crudele e imprevedibile, e preparando un trepidante terreno famelico per il prossimo romanzo. Inutile dire che lo abbia adorato, forse più del primo.