Mangiare al Pigneto: i migliori ristoranti romani, etnici, creativi, all'aperto

Brunch o cocktail bar, rustici o all'aperto, bistrot alla romana o trattorie tradizionali: a Roma nel quartiere Pigneto i ristoranti sono tantissimi, e per tutti i gusti. Ecco i migliori
Mangiare al Pigneto i migliori ristoranti romani etnici creativi all'aperto
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Una specie di luna park del buon bere e del buon mangiare. A dispetto della fama non proprio entusiasmante che ha. Tutto questo è il quartiere Pigneto, quello amato da Pasolini, vissuto da tanti artisti e bohemienne, conosciuto in tutta la città come il posto giusto per una serata all’aperto fra i tavolini dell’area pedonale o dei numerosi locali con dehor. Quasi una Saint-Germain-des-Prés alla vaccinara. D’estate i tavolini all’aperto sono presi letteralmente d’assalto dai tanti avventori, che mostrano di preoccuparsi poco delle cattive frequentazioni e di qualche faccia un po’ losca che gira per il quartiere. L’offerta enogastronomica è varia e a prezzi contenuti, resa particolarmente interessante dai molti locali moderni e vagamente hipster. Mancano gli stellati e si sono perdute le trattorie d’un tempo, a vantaggio di formule polifunzionali, locali etnici, birrerie e cocktail bar da non perdere.

Bistrot alla romana

Se si cerca una delle migliori carbonare di Roma, basta andare da Pigneto 1870, la creatura dello chef Andrea Dolciotti. L’anno è quello della fondazione del rione, non del ristorante, che ha aperto nel 2016.Il menù alterna piatti moderni con grandi classici della tradizione, con una tendenza alla riscoperta del quinto quarto. Con i suoi panini e scarpette gourmet, invece, il piccolissimo La Santeria ha conquistato rapidamente il consenso del pubblico, grazie alla formula di pizzicheria-bistrot. Ambiente bohemienne e per pochi intimi, si propone con sapori dai piedi decisamente piantati per terra, oltre ai panini e taglieri del reparto "pizzicheria". La formula ha funzionato talmente bene che, recentemente, Gioia Di Paolo e soci hanno raddoppiato, aprendo praticamente accanto La Santeria di Mare (nei locali dell'ex ristorante giapponese Yakiniku). Il format resta invariato, con qualche metro quadro in più, un delizioso giardino segreto e, naturalmente, la declinazione marina della pizzicheria-bistrot, con aggiunta delle ostriche di Corrado Tenace, il viraggio verso l'oyster bar è inevitabile. Più tradizionalista Pigneto 41, con il suo immancabile menù-lavagna, tanti piatti romani e le meravigliose focacce super-condite. Molto più piccolo nelle dimensioni il vicino Birstrò, che è stato tuttavia capace di condensare in poco spazio un microbirrificio, un bistrot dalla cucina moderna e ben abbinata alle birre e il servizio ai tavoli. Hamburger e patatine sono alla base dell’offerta, ma non mancano i piatti della tradizione come l’amatriciana e la trippa alla romana.

Trattorie moderne, pizzerie e locali polifunzionali

Tutto è iniziato nel 2006 con lo sbarco al Pigneto dello chef Marco Gallotta con Primo al Pigneto. Peccato che, alla fine, Gallotta abbia ceduto e Primo ha chiuso. In compenso ha lasciato il passo alla buona pizzeria-liquoreria Sant'Alberto. Peccato, sarebbe stato bello vederli magari uno accanto all'altro e non uno in sostituzione dell'altro. Comunque, Sant'Alberto ha coniugato in maniera intelligente la pizza ai cocktail a base di liquori italiani, con un risultato originale. D'altra parte, dietro c'è la squadra rodatissima dei soci Gino Cuminale e Dany Di Giuseppe (imprenditori che non sbagliano un colpo) e del bar manager Federico Tomasselli. Gli stessi, hanno rilevato da Gallotta anche il suo secondo locale, Rosti, anch'esso pioneristico, perché è stato uno dei primi locali polifunzionali della capitale, con apertura all day long. Cuminale e soci hanno lasciato in questo caso la formula immutata, con il mitico tavolo sociale, che è la vera anima del Pigneto e il giardino con il parco giochi per i bimbi: il locale delle famiglie del Pigneto, che da Rosti trovano pizza, hamburger e altro confort food per i loro denti. A poca distanza, appena superata la stazione della metro C Pigneto, in via Fanfulla da Lodi si trova Necci dal 1924, in quello che storicamente era il bar frequentato da Pasolini. Oggi è più che altro il posto giusto per la movida da Pigneto, amato da single e gruppi di amici, che si ritrovano nel suo giardino all’ora dell’aperitivo e si trattengono anche per la cena. In alternativa, rimanendo in famiglia, visto che la proprietà è la stessa, si può attraversare la strada e scegliere di mangiare la pizza, la carne grigliata o anche solo un gelato da Dalodi. Non manca il posto all’aperto, nella piacevolissima terrazza.

Cocktail bar

Rimanendo ancora in famiglia Necci e praticamente sulla stessa strada, si può anche optare per uno dei panini della Premiata Panineria Pigneto. E non solo. Perché basta bussare dalle 20 in poi alla porta frigorifero in stile macelleria che è in fondo al locale per essere nel secret bar (che tanto segreto non è) Spirito, con i suoi ottimi cocktail. Ancora in via Fanfulla da Lodi, l’altro indirizzo del buon bere miscelato da non perdere è Co.So., primo esperimento (riuscitissimo) in solitaria del bartender Massimo D’Addezio, trampolino di lancio prima di aprire il Chorus in via della Conciliazione. D’Addezio in persona si trova ormai raramente, ma i suoi allievi sono di tutto rispetto e non deluderanno le aspettative, servendo chicche come il Carbonara Sour. Finora è stato una minuscola bomboniera per amanti della miscelazione, ma D'Addezio promette un imminente allargamento, con tanto di dehor esterno (già acquisito, bisogna solo fare un po' di lavori). Per bere un cocktail e mangiare allo stesso tempo, il posto giusto è invece ’Na Cosetta, simpatico indirizzo dove spesso vengono organizzate serate di musica dal vivo. Da assaggiare le sue Potato Cup e sorprendente vi risulterà invece l’angolo pasticceria, in bella mostra nel banco-frigo.

Etnici

A ridosso del quartiere di Tor Pignattara, che si qualifica come uno dei più multietnici della capitale, anche il Pigneto da rione popolare si è trasformato rapidamente in multiculturale. Lo dimostrano anche i diversi locali etnici che lo popolano, tendenzialmente declinati sul fast-food, vista anche la presenza di molti giovani e studenti. È il caso di Kalapà, take away greco con pochissimi posti a sedere all’interno, diventato famoso per le sue patate condite in mille modi, anche se non si disdegnano il kebab e gli altri piatti di tradizione ellenica. Ci si può sedere, ma è indicata per l'asporto anche la cucina indiana di Tandoori, con sapori molto pettinati e non eccessivamente speziati, che piacciono al grande pubblico. Fa eccezione The British Corner, l'ambasciata inglese non-istituzionale a Roma, dove la sosta si allunga per concedersi il rito del tè delle cinque, con tanto di tazzine d'epoca, in un ambiente tipo salotto della zia di Londra. Qui si organizzano serate per praticare la lingua inglese, per unire l'utile al dilettevole.

Brunch

Un capitolo a parte lo merita l’appuntamento del brunch domenicale (e talvolta anche di sabato), che qui al Pigneto è una vera istituzione, specialmente quando arriva la stagione calda, grazie agli spazi all’aperto. Il re assoluto è Rosti, con il suo pranzo della domenica e l’ambiente famigliare, adatto soprattutto ai più piccoli. Normalmente vietato ai minori di anni 18, Spirito di domenica sveste i panni di speakeasy e apre le sue porte ai bambini, riunendosi idealmente con la Premiata Panineria. Altro indirizzo domenicale è la Bottiglieria Pigneto, con il suo buffet fra i più economici della capitale e talvolta anche accompagnamento jazz. Chiude la lista Na Cosetta, con il suo “colanzo” della domenica, che altro non è la che l’italianizzazione della parola brunch, e il Pranzo di nonna Cosetta del sabato.